alessandro roma

A Londra in Regent’s Park

Incontro con Alessandro Roma, da poco trasferitosi a Londra. Regent’s Park come “studio”, una cornice naturale che funge da giusto contesto, anche perchè Alessandro si occupa di paesaggio con opere pittoriche e sculture.

Abbiamo parlato di questo suo arrivo a Londra, “un nuovo inizio”, come lo ha definito, della genesi delle sue opere, di responsabilità e di vita d’artista, che sta tra due aspetti differenti, la grande libertà e l’imprevedibilità, la mancanza di punti fermi, la continua ricerca.

Ha lavorato molto nei mesi precedenti a questa partenza con l’idea di portare con sè dei lavori, anche se ora sta scoprendo che è più interessante capire cosa può realizzare qui; non c’è ancora uno studio, ma pensa che potrebbero nascere nuove opere all’interno di un parco o, perchè no, in un pub. Ama l’idea di potersi reinventare.

Le sue opere si compongono di più punti di vista, di collage, di immagini acquisite e stratificazioni di visioni, ma con spazi aperti in modo che il lavoro possa aprire a nuove percezioni. Pittura come sollecitazione di visioni.

Nei giorni di Frieze è stato normale parlare di arte contemporanea a Londra e di un confronto spontaneo con quello che avviene in Italia, del sostegno che hanno gli artisti inglesi, dell’arte contemporanea frequentatissima e letta a 360 gradi, percepita, capita, vissuta come esperienza…un sistema che a Londra non pare essere solo élitario.

Nella parte finale dell’intervista riflessioni importanti sul rapporto tra gli artisti, sulla mancanza di dialogo e di confronto.

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