Andrea Chiesi (Modena, 1966) vive in una piccola località chiamata Tre Olmi, in provincia di Modena. Un paese di poche case, con il fornaio che funge quasi da spartitraffico perché vicino all’unica rotonda – con Maestà – che si incontra prima di giungere alla sua casa-studio.

L’artista dipinge – in bianco nero o con gamme di grigi – interni industriali, visioni prospettiche di vecchie fabbriche, archeologie industriali oppure paesaggi reali, ma sempre luoghi che hanno accolto lavoratori, oggi edifici dismessi e che sono parte del nostro panorama urbano, molte volte non più percepiti.

Sono immensi spazi vuoti – con l’assenza del colore che ha una sua valenza – realizzati con prospettive complesse, rigorose e fortemente descrittive.
La sua ricerca è basata più sulla struttura del soggetto e sul rapporto luce, ombra e penombra, mai sul contrasto cromatico. Considera il colore superfluo e, anche se lo apprezza, non lo utilizza.

Chiesi ama il silenzio mentre lavora, si isola per realizzare opere che tendono alla rappresentazione di spazi più mentali che astratti.

Il Pinocchio che compare in una ripresa rappresenta il suo primo premio, vinto all’età di sei anni, in un concorso di disegno.

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