Milano, casa-studio di Alberto Mugnaini (Pisa, 1955), artista, critico d’arte, scrittore e giornalista, ma che si definisce “scultore artigiano”. La sua ricerca, al confine tra arte e design, ha avuto inizio a New York dove ha vissuto dal 1994 al 1999.
“Amo le terre di confine”, così ha inizio l’intervista, una bella riflessione sulle discipline, sulle pratiche artistiche e sulle modalità del suo lavoro, che lo porta a prediligere la realizzazione di oggetti con una funzione.
Si sente “sorvegliato” dalle sue conoscenze letterarie, storiche-artistiche e dalle sue frequentazioni nel contesto dell’arte contemporanea, ma alternando teoria e pratica riesce a mettersi in una situazione di “fuori gioco”, per poi rientrarvi con sguardo diverso e una nuova creatività.
Ha pubblicato, con Antonio Salvini, il catalogo: Elettricità. Dalla storia della tecnica alla storia dell’arte, 2017, Silvana Editoriale.
Grande lettore, ha citato alcuni libri: G. Didi-Huberman, L’immagine insepolta; R. Calasso, La Folie Baudelaire e C. Paglia, Sexual personae.
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