Photographing Art
Una storia dell’arte degli ultimi decenni che si compone di ritratti fotografici di tanti artisti e che racconta di incontri, di allestimenti e di inaugurazioni di mostre, di appartenenza a una comunità. L’autore è Franz Egon von Fürstenberg.
Egon von Furstenberg, Venezia 2015 © Elio Montanari

Phothographing Art ha preso vita durante i giorni della pandemia, quando Egon e Adelina von Fürstenberg hanno avuto modo di rivedere insieme gli innumerevoli scatti fotografici dei tanti progetti artistici condivisi in quasi cinquant’anni di vita insieme.

Paolini, Boetti, Fabrol, Castellani, Mattiacci, Pistoletto, Ginevra 1983

Adelina Cüberyan von Fürstenberg, curatrice e presidente di ART for The World, ha fondato nel 1974 il Centre d’Art Contemporain di Ginevra, un importante progetto espositivo dedicato alla produzione, sperimentazione e ricerca dei linguaggi della contemporaneità che ha ospitato artisti provenienti dai cinque continenti, in anni nei quali l’attenzione era concentrata in particolare sull’arte occidentale.

L’attenzione ai linguaggi della contemporaneità, la passione per le espressioni artistiche, “la disinvoltura nei confronti della creatività”, così nel volume Adelina descrive l’atteggiamento suo e di Egon nei confronti dell’arte, oltre all’amicizia con tanti artisti e a una internazionalità comune ad entrambi – Egon tedesco e messicano, Adelina armena, mediterranea e svizzera -: da qui ha preso vita il loro importante archivio fotografico, di cui questa edizione ne rappresenta solo una parte.

Alla elaborazione del volume ha preso parte, fin dall’inizio, Alessandra Mammì, mentre Denys Zacharopoulos, amico di vecchia data, ha scritto del lavoro fotografico di Egon von Fürstenberg.

Gina Pane, Art Basel 1974 © Gina Pane_ 2022, ProLitteris, Zurich

Non c’è una cronologia nel modo in cui il libro è stato costruito, ma è stato pensato per affinità, per situazioni, sguardi e relazioni, una stratificazione di ritratti e di momenti: l’arte nel suo farsi dal 1974 al 2018.

Se spesso si conoscono i lavori realizzati dagli artisti è più difficile, a volte, associare la fisionomia di un autore alle opere, se non di alcuni molto noti: è interessante scoprire non solo il volto di tanti artisti, ma anche come era il contesto artistico in determinati anni, e ripercorrere momenti di mostre rimaste nella memoria. 

Mario Merz e Gerhard Richter, Ginevra 1983

Scattavo velocemente foto senza che loro se ne rendessero conto, anche perché ero parte del progetto fin dall’inizio e non una persona arrivata lì per fotografare la mostra. Non ero un fotografo a contratto, facevo parte della famiglia dell’arte”. 

Traspare questo dalla naturalezza e dalla mancanza di posa da parte di tutti coloro che sono stati ritratti, dallo sguardo discreto del fotografo, ma che si percepisce sempre vicino agli artisti. Nelle fotografie si percepisce la particolarità dell’individuo: pochi sono i ritratti con la persona che lo guarda diretto negli occhi, molte le immagini degli artisti assorti a guardare altro o colti in momenti di spontaneità, impegnati in qualcosa. Ritratti che non sono solo volti, ma soprattutto sguardi e gesti, posture del corpo.

Robert Rauschenberg, Venezia 1996

Egon non ha mai risposto a richieste su commissione, né a ritratti convenzionali degli artisti, perché ha dato la priorità all’aspetto umano delle persone: “Io cerco soprattutto l’istante e fermo l’immagine di una precisa situazione. Ma non sono mai stato un fotoreporter. Piuttosto un raccoglitore: catturo quei momenti e li conservo”. 

Andy Warhol e Joseph Beuys, Napoli 1980

Artisti, assistenti, studenti, persone della cultura, gente comune, tantissimi i presenti ad un incontro importante, quello tra Andy Warhol e Joseph Beuys, insieme a Napoli nel 1980 grazie al lavoro di Lucio Amelio che riuscì a far incontrare i due “grandi artisti” del secondo Novecento, evento dalla grande risonanza. Due mondi, l’America e l’Europa, ora molto più vicini, ma dalle foto di Egon si percepisce la mancanza di empatia tra i due protagonisti che guardano in direzioni opposte, pur seduti vicini.

Philip Glass, Ginevra 1976

Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Meret Oppenheim, Marina Abramovic, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Chen Zhen, Alighiero Boetti, Vito Acconci, Anish Kapoor…: si ripercorrono le pratiche nate negli anni Settanta e Ottanta, quando gli artisti si sottoponevano a un confronto diretto con il pubblico, fino agli anni duemila con Andrea Marescalchi, Liliana Moro, Marta Dell’Angelo e tanti altri.

Per quasi cinquant’anni Egon von Fürstenberg ha viaggiato con la sua macchina fotografica riuscendo sempre a documentare, con sguardo sincero e complice, il lavoro e la presenza degli artisti, ma anche a farne trasparire lo spessore umano, perché la storia dell’arte è anche storia di rapporti personali. 

Photographing Art

Franz Egon von Fürstenberg

a cura di Adelina Cüberyan von Fürstenberg

testi di Lionel Bovier, Alessandra Mammì, Melissa Rérat, Denys Zacharopoulos

SKIRA

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