Federico Vecchi intervista Talkingart

Catturare lo sguardo

Incontro a Cavriago (Reggio Emilia) nel suo primo studio con Federico Vecchi, in occasione di un suo ritorno da Vienna.

Federico Vecchi è lontano dall’Italia da alcuni anni: tre anni a Berlino, una sosta a Bologna e da quattro anni vive a Vienna, dove è attivo come artista (una sua personale si è tenuta a Berlino nel 2015) e dove ha collaborato prima con Hermann Nitsch e dal 2013 con Erwin Wurn. Riconosce l’importanza dell’esperienza a contatto con i maestri, per capire da vicino il lavoro di un artista contemporaneo.

Lo studio di Cavriago, al quale è sempre legato, funge da archivio dove  conserva vecchi lavori, collezioni di oggetti e anche un nuovo dipinto al quale stava lavorando al momento dell’intervista (estate 2015).

Federico Vecchi racconta delle sua modalità di lavoro e della sua predilezione per il disegno, il gesto, la forma – la ricerca sul colore lo porta alla creazione di telai funzionali ad una dinamica interna al dipinto -, delle sue sculture, I Totem casalinghi e la serie dei Feticci; parla del modo empatico che cerca di avere con il soggetto che ha di fronte, della sua attenzione al segno, tanto che interpreta il suo atto di disegnare come se fosse una sorta di sismografia. Appassionato all’arte tribale, realizza i Totem casalinghi con materiali gessosi e cromaticità che ricordano i gessetti colorati, in connessione con altre pratiche artistiche e linguaggi.

Gli interessa il colore, perchè “nei segni, nelle composizioni dei quadri cerca di catturare lo sguardo dello spettatore”.

Appassionato alla storia, alla saggistica, ai cataloghi d’arte, legge poesia. Tra gli autori citati: San Giovanni della Croce, Novalis, Ungaretti.

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